Che fine ha fatto il nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti? Il Sistri, dopo 9 anni di polemiche legate ad investimenti e costi, è stato definitivamente soppresso nel dl Semplificazioni a partire dal primo gennaio di quest’anno. Il nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti speciali, legato alla tecnologia Gps, sarebbe dovuto arrivare in tempi abbastanza brevi, “entro la primavera” aveva assicurato il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, ed invece a distanza di milti mesi dall’annuncio del nuovo sistema neanche l’ombra. Tutto rimandato, dunque. Ma a quando?
Secondo quanto si apprende dal ministero dell’Ambiente si sta lavorando per rendere operativo il sistema e pare che il ministro abbia incontrato la direzione rifiuti per un aggiornamento sull’avanzamento dei lavori. A ritardare la messa a punto del nuovo sistema è stata la scrittura del nuovo registro telematico rifiuti che è stata “molto complessa” da un punto di vista tecnico.
Manca poco, dunque, al debutto del nuovo sistema che il ministro Costa, in un’intervista all’Adnkronos, ha annunciato che si chiamerà Argo (“come il cane di Ulisse che è fedele, in questo caso allo Stato, ma che ha anche fiuto per capire chi veramente gestisce correttamente i rifiuti e chi no”).
Dalle imprese alla politica nessuno rimpiange il vecchio Sistri che in 9 anni ha comportato costi per le imprese e lo Stato di oltre 141 milioni di euro. Il nuovo sistema Argo, come lo si vuol chiamare, sarà gestito in maniera diretta dal Ministero dell’Ambiente, invece che da terzi, e costerà circa 3 milioni di euro l’anno. In attesa del nuovo software, però, si va ancora avanti con il cartaceo.